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Abbraccio dell'uomo

Gesù uomo. E' consolante questo Dio che abbraccia così totalmente l'uomo, da congiungersi permanentemente con lui, in una infinita stretta amorosa.
Nel disegno del Padre, quest'unione sponsale di Dio con l'uomo, è necessaria perché prevista da lui.

Già nell'Antico Testamento Dio è presentato come lo sposo di Israele, che feconda la sua terra. Dal cielo viene la grazia e la terra produce giustizia.
Con Gesù la congiunzione Dio-Uomo, non è episodica, come la pioggia, ma definitiva, inscindibile: il Verbo non può divorziare dall'Uomo.Su questa base incarnativa, si appoggia l'unione matrimoniale cristiana e l'opposizione al divorzio. Infatti tutta la "morale cristiana" non si radica su leggi, neppure canoniche, ma sulla Persona e sulla realtà di Gesù.
In lui, i due diventano uno.

Alla radice del Verbo-Uomo, inoltre, sta un'esigenza più profonda, assoluta.
E' l'esigenza che assembla la Trinità.
L'Amore eterno, impellente, del Padre lo spinge a unirsi talmente al Figlio da essere una realtà unica con lui. L'amore del Padre Trinitario è amore che si dona per unirsi. Senza quest'ultima attività compenetrante tra le Persone, non esiste Dio, non esiste Trinità.

Quando Dio si unisce all'uomo, versa su questa unione la stessa esigenza trinitaria: unione compenetrante, pur rispettando l'identità personale.
Nell'uomo Gesù, Verbo incarnato, esiste un'unione, nel rispetto tuttavia delle due identità: uomo e Dio. Non eroe, mezzo uomo e mezzo Dio. L'abbraccio di Dio è compenetrante, non distruggente alla maniera di una mantide, ironicamente designata come religiosa.


GCM 07.01.05