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Riconoscere Gesù

Ritorniamo al giorno di Pasqua, manifestazione del Risorto ai suoi. Ritorniamo con i due discepoli, che s’erano diretti a Emmaus. Il racconto di Luca è rivelante.

Due sono i momenti che noi ora consideriamo: Gesù che. camminando, spiega le Scritture, e lo stesso Gesù, che seduto, divide il pane dopo aver detto la benedizione.

Due offerte di Gesù: la spiegazione della Scrittura e il dono del pane, che gli era stato donato dai due ospiti.

Il primo tocca il cuore con la commozione. Il secondo apre gli occhi. Prima il sentimento che scuote e intenerisce, poi lo svelamento, che conferma ciò che il cuore, sebbene confusamente, aveva percepito.

Senza cuore, che vibra, l’occhio non vede. La parola, pur spiegando, è diretta al cuore: “Non ci ardeva il cuore (proprio ardere: caiomēne), quando parlava?”.

Il cuore era disposto, poiché già era stato arato: tristezza! Si fermarono tristi, scrive Luca. Il dolore aveva ammollito il cuore, le lacrime l’avevano reso tenero.

La parola di quel viandante sconosciuto, non poteva che penetrare in un cuore arato dalla sofferenza. Chi piange sa valutare la gioia. Chi non sa piangere facilmente scambia per gioia il piacere. Chi non sa accettare con libertà la sofferenza, non apprezza l’annuncio del bello.

La Risurrezione di Gesù. il Gesù Risorto che non è subito riconosciuto, non tarda a farsi riconoscere dopo il dolore e l’ascolto.

Come mai lo spezzare il pane è rivelatorio? Forse i due erano stati presenti alla cena? Forse erano tra i pochi rimasti con Gesù, dopo il discorso a Cafarnao sul corpo che doveva esser mangiato? Forse lo stesso Risorto, cambiava il cuore dei due?

O forse era semplicemente giunto il momento della manifestazione?

GCM 05.04.12