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Gesù dono

Quando accosto una persona di un’altra confessione, di un’alta fede, o priva di confessione religiosa (l’ateo non è senza fede, ma soltanto non utilizza la fede nel rapporto con Dio), non mi chiedo che cosa posso fare per cambiarla nell’avvicinarla alla fede voluta da Gesù, ma inizialmente mi chiedo invece quanto Gesù posso donare a una tale persona.

Non mi chiedo che cosa quella persona possa o deve diventare, ma che cosa io posso dare a quella persona. E ciò che di più bello io sono in grado di donare a lei è Gesù. Il donare Gesù non mi priva di lui, come fosse un pacco natalizio; piuttosto mi arricchisce ancor più di Gesù.

Gesù si aggancia a noi perché egli naturalmente si colloca in quella misteriosa sezione della persona, che è destinata alla fede. ogni persona crede. Anche chi appunto “crede” di non credere. La fede è un livello biologico dell’uomo.

Ricordo che quando i Tedeschi avevano invaso l’Italia, dopo l’armistizio Badoglio, nel loro libretto di riconoscimento dovevano anche annotare la loro “religione” di appartenenza. Molti scrivevano: “Senza fede”. Non “ senza religione professata e confessata” (ricordiamo Bonhöffer), ma “senza fede”. e molti si vantavano di questo essere più simili al Führer, dichiaratamente ateo. E quei “senza fede” nutrivano una smisurata fede nel loro grande Führer.

Ma anche a questi “senza fede” i credenti continueranno a offrire Gesù, magari pagando l’offerta con la propria vita: basta ricordare P. Kolbe.

Donare Gesù. si inizia dall’Eucarestia donata da Dio ai cattolici credenti, per poi donare a tutti la gioia del’Eucarestia, dono di Dio all’uomo. Dono esplicito o tacito, ma sempre uno scorrere di Dio nell’uomo.

GCM 22.12.11, pubblicato 08.01.12