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Benedizioni pasquali

15.04.12

A Pasqua si sprecano gli auguri. Evidentemente non si augura davvero, ma si esprime una frase di circostanza, tradizionale. Ed è un apprezzabile contatto di gentilezza. Ma nessuno vi nota il non senso, l’ossimoro.

Si augura la Risurrezione? La Risurrezione da venti secoli non è più augurabile, perché è un fatto reale, storico.

L’augurio è una tradizione pagana, entrata ormai tra i credenti. Noi non possiamo ricadere nel cercar di indovinare il nostro destino, osservando il volo degli uccelli, o la palla di vetro, o i congiungimenti degli astri. Eppure quotidianamente la gente crede nell’oroscopo.

Noi il nostro futuro lo vediamo certo, non affidato al volteggiare degli uccelli, ma accogliendo tra noi Cristo Risorto, il quale, tra l’altro, guarda un po’!, è anche il creatore degli uccelli.

Il nostro futuro è il presente. Si chiama: volontà di Dio. Compiere giorno per giorno la volontà di Dio, non guardando il nome fittizio affibbiato alle stelle dagli uomini (nome che corrisponde spesso a divinità inesistenti), ma sapendo cogliere negli eventi, segnati da Gesù Risorto, le vere tracce di Dio.

Lasciando gli oroscopi e i relativi presagi agli sciocchi, noi cristiani ci doniamo benedizioni. Già durante la messa, facciamo calare la benedizione (reciproca!) sui presenti. Noi, figli di Dio, siamo detentori di benedizioni divine, e quindi le doniamo a chi vogliamo.

Noi doniamo un aumento di benedizioni, disprezzando gli auguri, durante periodi particolari, come Natale e Pasqua, e in circostanze che ci sono care: compleanni e onomastici. E la benedizione funziona.

09.04.12