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Ancora con noi il Risorto

24.04.12

Pietro e i suoi compagni, dopo la Risurrezione di Gesù, ritornarono al loro mestiere di pescatori. Lavorano, onestamente e professionalmente con tutte le loro conoscenza tecniche. Il risultato di una notte di lavoro: nessun risultato. Niente pesci.

Quell’uomo, che sul far del mattino, dalla riva dice ai pescatori di spostarsi da un’altra parte, che egli sa pescosa, produce un risultato eccellente: centocinquantatre grossi pesci.

Tutta la fatica con le proprie forze, pur volonterose, non approda a nulla. L’indicazione di quell’uomo di cambiare postazione produce effetti straordinari.

Con le loro sole abilità producono un nulla. Fidandosi della parola dello sconosciuto, ecco i risultati. Sa soli, niente; con Gesù, tutto.

Lo stesso Gesù, presente durante la sua vita mortale, aveva mostrato chiaramente la sua autorità sulle acque: camminò sopra l’acqua, moltiplicò i pesci (dimentichiamo per un istante le opinioni di alcuni esegeti riguardo alla pesca miracolosa). Quella sua padronanza continua – ovviamente! – dopo la sua risurrezione.

Durante l’esistenza nel tempo, Gesù aveva più volte indicato si suoi collaboratori, la propria capacità di arrivare, dove essi non arrivavano. L’episodio della guarigione del ragazzo epilettico, è emblematico.

Risorto, Gesù “continua” a beneficare. Continuazione di vita eterna, iniziata nel tempo, esplodente definitivamente nell’eterno.

Gesù è colui che rende feconde la nostra vita e le nostre opere. Esse da sole non producono salvezza. Le opere, che accompagnano la parola di Gesù, e si compiono illuminate dalla sua Parola, raggiungono sempre e infallibilmente lo scopo della salvezza. Anche di una “salvezza” nel tempo, come accadde appunto con gli Apostoli, che sulla parola di Gesù, fanno pesca abbondante, e dopo di essa riconoscono il Risorto.

14.04.12