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Mi ami?

Gesù, anche risorto (o precisamente perché risorto) ha bisogno di sentirsi amato, non solo dal Padre che lo ha glorificato. Egli ha bisogno di non perdere l’amore di coloro che lascia sulla terra. Perciò chiede a Pietro: “Mi ami?”.

Quasi tutti i commentatori trovano in questa domanda di Gesù, la bontà di lui, che aiuta Pietro a cancallare i resti del rinnegamento nella casa di Caifa. E che cosa poteva far Pietro di diverso trovandosi nella tana dei rinnegati? In quella tana si era introdotto anche Giuda.

Ma la domanda di Gesù è chiara. Non ha chiesto a Pietro: “Ti rincresce di avermi negato? Sei disposto a chiedere perdono? Ti penti finalmente?”. Non chiese questo, perché Pietro aveva già pianto amaramente nel pentirsi. Gesù vuol ricomporre l’amore. Mi ami? Il testo parla di una  amore viscerale, concreto, appassionato. Gesù chiede di essere amato. Deve essere amato, ora che la risurrezione lo ha immerso nell’amore eterno. Deve essere amato per trovarsi nell’armonia di Dio, anche con noi, poveri uomini.

Gesù Risorto rivolge la stessa domanda a ognuno di noi: “Tu mi ami?”. “Tu, misero, stupido, peccatore, tu, proprio tu, mi ami? Mi vuoi bene?”

La sua domanda ci commuove. A me, a te, chiede di essere amato. Proprio a me! Come si fa a non dirgli almeno “Ti voglio bene”? Come si fa a negargli affetto: affetto, a lui che ci ama davvero, senza remore, senza riserve?

La sua domanda ci commuove. Perché, per quanto meschini noi siamo, abbiamo un cuore che si intenerisce, se chiunque ci mostra bontà. E la bontà di Gesù per noi, è infinitamente dolce e aprerta. Dimmi spesso, Gesù:”Tu mi ami?”.

GCM 24.04.11, pubblicato 27.09.11