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In Gesù

Tra di noi si parla ancora di Gesù. Trascuro ora quel modo di parlare con lui, che si trasforma in bestemmia. Ricordo coloro che parlano di Gesù con stima, perfino con ammirazione. Eppure anche tra costoro si attua una duplice prospettiva.

Infatti ci sono coloro che includono Gesù in una loro prospettiva intellettuale. Per esempio, esaltano la longanimità, e scoprono che anche Gesù è longanime. Mi sovviene un metodo di far teologia, che ancora ai tempi nei quali io apprendevo i primi elementi del teologare, ci veniva imposto. Quel metodo considerava una proposizione teologica, la si dibatteva, la si dimostrava, e alla fine si diceva che anche il Vangelo era d’accordo. Il Vangelo era incluso in  quella prospettiva teologica.

Un’altra visione è all’opposto dell’inclusione di Gesù in un sistema di pensiero. E’ quella di veder incluso in Gesù il sistema di pensiero e di vita. Gesù il fulcro e l’ambiente, nel quale inserirci.

Essere assunti da Gesù (il suo gregge!) e non utilizzare Gesù per le nostre intenzioni. Viverci suoi, più che viverlo nostro. Essere noi di Cristo, come dice Paolo, e non pretendere di essere i padroni di Cristo.

Noi, come dice il salmo, suo popolo e gregge del suo pascolo. Noi assunti, con Gesù, nel Verbo, e non solo Gesù incluso nella nostra umanità. Egli divenne uomo per condurci al Padre ed essere inclusi nella Trinità. Non noi il centro, e neppure le nostre enciclopedie, ma lui il centro vitale, senza il quale noi gireremmo dispersi nel cosmo.

Ci ha visitati facendosi uomo, e vivendo il nostro destino, ma con lo scopo di unirci a sé, perché l’unica strada alla totale beatitudine è sempre e soltanto lui, che unisce in sé ogni uomo e ogni valore.

GCM 29.03.11, pubblicato 04.07.11