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Capacità e risurrezione 1

      La scienza sembra stia assodando un’ipotesi: noi sfruttiamo una piccola parte di tutte le nostre possibilità.
    
 Quella parte non utilizzata, con la morte va perduta? Un tesoro trascurato durante l’esistenza, che si volatilizza per sempre?
     
E’ anche vero che le possibilità si attuano secondo il crescere dell’età. A un anno il bambino non utilizza la capacità di calcolo che c’è già in lui. La utilizzerà più tardi, a suo tempo. Ogni età dell’uomo sviluppa capacità caratteristiche di quell’età.

      Sembra tuttavia che neppure nell’età più florida dell’uomo, egli attui tutte le sue capacità. Una piccola capacità di osservazione ci fa vedere che una persona adulta che non ha mai pianto, in occasione di una morte stimola anche la sua capacità di piangere. Potenzialità nascosta, che emerge e si esprime.

      Eppure una quota di potenzialità umana, resta quiescente. Svanirà?

      La vita umana non si esaurisce nel tempo. L’uomo è destinato a esistere anche dopo che si è svestito del corpo. Svestimanto che avviene, quando il corpo e le sue magnifiche capacità non sono più né utili né necessarie. Lo svestimento è necessario, sebbene doloroso.

      La vita di ogni vivente, quando acquista l’esercizio di nuove capacità si sveste delle vecchie, che vengono assorbite nelle nuove.

      Dopo il tempo e il corpo, le capacità umane sono completamente utilizzate oltre il tempo e nella risurrezione.Lo si vede nel corpo riassunto e trasformato di Gesù Risorto.

      Nella risurrezione si attuano fianlmente tutte le possiblità umane, che vengono stimolate e attizzate dalla diretta presenza di Dio.

GCM 22.03.11, pubblicato 11.06.11