HOME

Home > Gesù RISORTO > Articoli 2011 > Assaporare la morte 2

Assaporare la morte 2

Paolo: “Chi mi libererà da questo corpo di morte?. Anche per Paolo la vita è spesso occasione di morte, di peccato. La liberazione dal corpo scruta da un lato la vita eterna e dall’altro la cessazione del caduco e della possibilità di allearci al male.

Liberazione non semplicemente dal corpo, ma dal corpo mortale. Dalla mortalità  del corpo, per assumere l’eternità della risurrezione.

Proprio come il corpo di Gesù, che morendo ha vinto la morte. La morte è liberazione dalla morte. Prima di morire, la morte è un incubo; dopo la morte, la morte è l’inizio della vittoria, corredata di beatitudine.

La morte è l’ultima delle liberazioni, il riassunto incancellabile di ogni possibile libertà. La morte ci spaventa non solo perché perdita, ma anche perché fine del nostro continuo fuggire dalla libertà, per usare le parole di Erikson.

La morte fa cessare la precarietà, proprio perché la morte, come la nascita, sfugge alla precarietà, essendo certa e priva di alternative. La certezza della morte ci spinge a considerare che tutto il resto della nostra esistenza, per quanto bello sia, è precario.

Per il credente, la morte certa si collega con la risurrezione certa. Oltre la certezza della nascita e della rinascita in Cristo, noi credenti nutriamo la sicurezza della nascita definitiva. Nella tradizione del martirologio cristiano, il giorno della morte dei santi è indicato come “dies natalis”, giono della nascita.

Chi mi libererà da questo corpo di morte? Paolo assicura: grazie (ancora grazia!) a Dio attraverso Gesù Cristo.

GCM 11.04.11, pubblicato 11.07.11