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Propagandista di risurrezione

Quando, prima della Pentecoste, Pietro ancora succube del significato dei numeri (cabala) teme che il numero undici indichi una mancanza, propone di reintegrare, tra gli Apostoli, il numero dei dodici, corrotto dalla morte di Giuda Iscariota.

Riesce eletto Mattia. Nell’episodio dell’elezione di Mattia, per rimpiazzare Giuda, si avvertono alcuni significati interessanti.

Il discorso introduttivo di Pietro è rivolto, non solo ai suoi dieci colleghi, ma a tutta la comunità di circa 120 componenti: 120, il 12 moltiplicato per 10.

Alla comunità egli affida l’incarico della scelta, sulla quale poi avverrà la nomina.

La scelta non è affidata ai capi, in opposizione a quanto avveniva nel tempio.

Quando sono presentati i due nomi, egli fa pregare Iddio, che mostri ciò che lui ha scelto, e la nomina si affida al sorteggio, non al comando.

L’unica condizione che Pietro indica, è che l’eletto (non il nominato) sia uno dei discepoli: quelli che hanno accompagnato Gesù dal Battesimo fino alla croce e alla Risurrezione.

Sembrerebbe ovvio, a questo punto, che la testimonianza di Mattia dovesse coprire tutto l’arco della vita di Gesù. Invece gli fu affidato l’incarico di annunciare la Risurrezione di Gesù. Testimone, prima di ogni altro incarico, della Risurrezione di Gesù.

L’interesse primitivo era la divulgazione di ciò che, per la mentalità corrente, era inaudito. Eppure la carne risorta di Gesù era il fulcro dell’annuncio.Ciò è ancora più caratterizzante, perché il Cristo terreno poteva essere veduto da chiunque, il Cristo risorto si era fatto riconoscere soltanto da alcuni testimoni, non da tutti. E Mattia fu eletto per essere divulgatore di Risurrezione.

GCM 14.05.10