HOME

Home > Gesù RISORTO > Articoli 2010 > Il porto

Il porto

Non so quanto ancora durerà il mio viaggio. Ogni giorno è un giorno di lode, perché è un giorno di vita. Brillante o meno, cosciente o inconscia. E’ vita ed è lode, perché gloria di Dio è l’uomo vivente. Lode, quando si piange e lode quando si canta. Infatti nelle sue mani è la mia vita, quindi è in mani affidabili, perché amorose.

Non so quanto ancora durerà il mio viaggio. Poi avverrà lo sbarco. Lascerò nella nave altri a viaggiare; anche persone molto care continueranno il viaggio, dopo il mio sbarco.

Mi troverò al sicuro, libero dalle paure della tempesta, e, probabilmente, pensieroso per chi lascerò ancora nel pericolo della tempesta e nel godimento del sole.

Io intanto scoprirò il nuovo mondo, dove la luce è l’amore, e l’amore è Dio. Mi troverò con il Padre, e non mi lascerò più turbare da quanto diranno alle mie spalle di male, e immetterò nella gioia di Dio, il piacere di quanto potranno dire di bene, dopo il mio sbarco.

Allora vedrò il Padre. Finalmente, dopo aver tanto desiderato di vederlo e di intuire il suo rapporto nell’Amore con il Figlio. Nel Figlio mi troverò, e in lui gusterò quella gloria che ebbe fin dal principio, perché in quel principio eterno io sarò tuffato per sempre.

Ogni giorno alla paura di perdere la vita si aggiunge, e cresce, il desiderio di vedere il Padre. Il conflitto non è tanto tra la vita e la morte, quanto piuttosto tra questa vita e la vita che mi attende.

Viaggiando vedo e sento più vicino il porto d’attracco. Un giorno, un anno, dieci anni? Quanto Lui vorrà, ma è sempre più vicino. La sua bontà mi fa aumentare la serenità dell’attesa.

GCM 02.04.10 - Pubblicato 21.05.10