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Con l’uomo che cambia

Dio cammina con la storia e nella storia. Si adatta alla progressione degli uomini, avendo lui creato l’uomo progredente.

Sto seguendo, nella liturgia, la presenza di Dio, come è ricordata nel libro di Samuele.

Il popolo ebreo è stanco degli interventi sporadici dei giudici, e pretende di avere un’autorità permanente, come gli altri popoli. A Dio dispiace questa pretesa, perché è indice di poca fiducia nella provvidenza di Dio, che sa quando e come agire. Samuele stesso ne è offeso. E Dio comunica a Samuele: “La richiesta non offende te, ma me principalmente”. Eppure Dio si adatta alla richiesta, e decide per il re Saul, uomo prestante e gigantesco.

Saul non obbedisce a Dio, e Dio lo rifiuta. Si rimangia l’elezione precedente.

Poi indica a Samuele di consacrare un altro re, in sostituzione di Saul. Samuele obbedisce a Dio, ma teme la vendetta di Saul, se va apertamente a consacrare un nuovo re. Dio si adatta alla paura di Samuele e gli suggerisce una furbizia: “Va in quella contrada, con la scusa di fare un sacrificio religioso: poi ti indicherò il resto”. Io ti indicherò il resto: lo stile di Dio con Abramo, quando gli fu ordinato di sacrificare Isacco.

Dopo il sacrificio, Samuele scarta i figli di Iesse, fino a che non arriva il ragazzo ultimo, il meno indicato. Di fronte al gigante Saul, troviamo un ragazzo bello e gentile. Dio si adatta a nuovi schemi, segue gli eventi e cammina con essi.

Dio si adatta ai bollori della nostra giovinezza, e alla pacatezza della nostra vecchiaia, alle corse dei nostri vent’anni e allo zoppicare dei nostri ottant’anni, perché vuole sempre essere amorevolmente presente ai suoi figli, ancora viventi nel tempo.

GCM 19.01.10