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Sbalordimento

Si può credere o si può non credere a Gesù, però chiunque si incontra con le sue parole resta sbalordito.

Noi crediamo, e lo sbalordimento ci frastorna, eppure non rifiutiamo le parole di Gesù. Una volta frastornati, piccoli come siamo, chiediamo allo Spirito Santo non di liberarci dal disorientamento, ma di renderlo più forte, fino a trasformare la nostra vita in contemplazione.

Le parole di Gesù, ascoltate davvero e senza remore, sono quella spada a due tagli che penetra nella persona fino a scombinare le giunture e a dividere la vita. Sottrarci alla sua parola, è sottrarci alla vita, che una volta turbata da lui, lui solo può mantenere viva e unita. La sua parola ci sfascia e ci ricostruisce per la vita eterna.

Poveri quei fratelli cristiani, che dopo aver udito la parola di Gesù  ed esserne stati ovviamente squarciati, non ritornano a lui per esserne ricomposti.

Dopo l’esposizione proposta  (il discorso proposto?) da  Gesù sul pane che è sua carne, e sulla necessità di mangiare tale carne (invito inaudito e sconcertante), la gente, che pur si fidava di lui, si ritirò da Gesù, perché le sue parole erano dure e insopportabili. Gente disorientata e turbata.

Eppure Gesù non cambiò stile. E ci fu Pietro, che avendo intuito, si fece ricompattare da Gesù, perché solo Gesù aveva parole di vita eterna. Altri scossi se ne andarono, lasciando l’opera a metà. Pietro seppe che chi aveva sconquassato, poteva anche riarmonizzarsi (riarmonizzare?).

Sto pensando, dolorosamente, a tutti quei cristiani, che si allontanarono. Resteranno per sempre feriti, senza la consolazione che viene solo da Gesù, per chi si rivolge all’Eucarestia e se ne ciba, e dall’Eucarestia riceve unità di vita, salute psichica e vita eterna.

La parola dura di Gesù, se turbati, ci ricostruisce. 

GCM 25.08.09