La vera libertà

Ai primi tempi del cristianesimo: quando Paolo predicava la libertà in Cristo, e la produceva, con l’opera dello Spirito, attraverso la sua parola.

Libertà. A Corinto alcuni avevano interpretato questa libertà come scioglimento da ogni vincolo, anche morale. Viene ricordato un caso di incesto, contro il quale scrive Paolo.

Quale libertà era quella, se non si poteva fare tutto ciò che, in quel frangente, garbava ed era appetibile?, pensavano.

La libertà, regalata da Gesù, era di tipo più serio.

Libertà di rivolgersi a Dio, perché Padre.

Libertà da sorpassate leggi culturali.

Libertà interiore nell’affrontare la vita. Sotto questo aspetto, trasformare in un “inno a Dio” ogni situazione umana.

L’umiliazione trasformarla in umiltà, inserendola in Gesù, che rinunciò alla grandezza divina, per rendersi simile agli schiavi.

La mitezza trasformarla da sottomissione forzata ai genitori e agli schiavi , in serenità accompagnata dallo Spirito.

La gentilezza e la bontà, superate al di sopra di valore umano, per viverle come frutto dello Spirito.

La libertà, quindi, che domina sottomettendosi, che eleva orientandosi a Dio. E’ la libertà dei figli, che si sentono sicuri di sé, del proprio destino, perché garantiti dallo Spirito Santo, caparre della loro eredità, come dichiara Paolo, nella lettera agli Efesini. Libertà non di sfasciare il dono di Dio dell’etica e della religione, ma di apprenderne la vastità, la sicurezza e la salvezza.

GCM 17.10.08