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Croce

Forse spesso ci dimentichiamo, che a base della nostra fede sta un uomo impiccato, che poi Dio ha risuscitato.

Facilmente scorporiamo la croce dalla risurrezione. Eppure il fatto resta. Quell’impiccato, proprio lui è risorto. La risurrezione, grazie alla quale la Chiesa è fiorita e noi siamo entrati nella fede, non può essere valorizzata se non partendo dalla croce.

Non è male sfuggire il più possibile dalla croce, il male è negarla. Negarla nella vita, con l’impostazione del nostro agire.

Anche Gesù sfuggì, il più possibile, alla croce: “Padre, allontana da me questo calice”. Cercò di farla evitare agli altri: miracoli e “ Venite a me e troverete pace nella vostra vita”. Gesù non impone la croce, perché essa vibra nelle pieghe dell’esistenza. Però Gesù, al momento giusto, non la scansa.

Purtroppo ci sono anche i “nemici della croce di Cristo”. Coloro che evitano Gesù crocifisso, credendo di trovare alleviamento. Quando alcuni vogliono evitare di far parte del corpo di Gesù, che è la Chiesa, ricordano questa come uno spauracchio, una riserva di severità e di durezza. Nemici della croce, e perciò estranei alla Chiesa.

Nemici della croce, perché lontani dalla risurrezione e dai benefici dello Spirito di Gesù Risorto.

Si evita il Risorto, perché non si accetta il suo carico leggero, la sua strada stretta, e, proprio per questo, ben indirizzata alla gioia e alla salvezza.  La strada stretta, difende dalle deviazioni che ci conducono all’insignificanza. Amare la croce? Forse no, ma accoglierla è premessa alla Risurrezione.

GCM 31.08.09