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Antipotere potente

Le beatitudini di Gesù sono semplici parole consolatorie rivolte a chi soffre, oppure un programma basilare per chi vuole davvero salvare la propria vita, cedendo a Dio il compito della salvezza?

Molti di noi interpretano le beatitudini come parole consolatorie per i poveri, i sofferenti, gli oppressi. E se fossero mete salvifiche per tutti?

Per esempio, l’essere poveri. Questa è una condizione sociale soltanto? Oppure è una povertà, desiderata e vissuta, come la vissero S. Paolo e S. Francesco d’Assisi?

Che cos’è il desiderio della povertà?

E’ il contrario del desiderio, oggi diffusissimo, della ricchezza. Alla ricchezza si congiunge il potere. Il potere - lo vediamo anche nella nostra Italia - diventa dominio sugli altri.

Desiderare la povertà è sfuggire dal dominio e dal sopruso del potere.

La base del programma di Gesù, è la scelta della povertà, non del potere, perché Gesù disse che i potenti del mondo vogliono dominare, ma “non così voi”.

Sulla base della povertà, dell’umiltà, del rifiuto del potere, Gesù ha fondato la sua missione.
Quando fu tentato dal diavolo di prostrarsi davanti a lui, simbolo del potere perverso, per avere tutti i regni della terra, Gesù scelse l’altra strada: “Via da me, satana, perché si adora e si serve Dio solo!”. L’unico, Dio, veramente potente, perché è l’unico tutto amore. Amore è darsi, non ricevere.

Il vero potente, in Dio, è colui che dà. Il vero potere, secondo Dio, è il potere di donarsi, senza limiti. Perciò la Croce di Gesù, offerta totale stimolata dall’amore, è anche la potenza di Gesù.
La Croce guadagna il dono ultimo, divino: la Risurrezione.

L’antipotere della povertà scelta, ci dà potere, perché dei poveri è addirittura  “il regno di Dio”

GCM 30.05.09