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Il criterio 1

Saggiate tutto, trattenete quanto è buono.

Questo è il consiglio dell’Apostolo ai suoi alunni e fratelli.

Però come riconoscere e scegliere ciò che è buono? Si avanza la necessità di un criterio per la scelta.

Molti sono i criteri per distinguere il bene dal male. Dai criteri igienici a quelli merceologici, e molti altri. Quando però si desidera scoprire o individuare un criterio che si adatti a un comportamento moralmente oppure eticamente valido, di solito ci si rivolge alla filosofia.

Non si trova una ricerca filosofica, che non affronti anche il problema etico, che deriva dal sistema generale della singola visione filosofica. Ne scaturisce la domanda: “Quale visione filosofica scegliere?”; e questa domanda, tutto sommato, presuppone un nuovo criterio per la scelta, ossia un criterio superiore, quasi un “metacriterio”.

Senza che ce ne avvediamo, questo “metacriterio” è entrato nella nostra mentalità, sotto gli influssi del clima, della famiglia, della scuola, della società, degli impulsi del singolo e del suo profondo bisogno di felicità.

Per me ormai il criterio è la fede. Tutto ciò che mi aiuta, in qualsiasi modo, ad aumentare il mio accostamento e il mio amore a Gesù, è criterio di bontà e di positività. Ciò che mi distacca da lui o mi raffredda l’amore per lui, è criterio di negatività.

Mi sembra di condividere così la posizione di Paolo, per il quale Cristo è la vita, Egli reputava spazzatura quello che lo sottraeva a Gesù.

Questo criterio mi ha semplificato la vita, e ogni conoscenza, azione, acquisto e perdita ha facilmente la sua collocazione.

Gesù è la mia vita e il mio criterio.

GCM 03.08.08