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Il confronto di Gesù


Nei testi evangelici Gesù spesso si pone nel confronto con altre situazioni. Nel confronto con i Farisei e con gli Scribi, Gesù nota il proprio distacco da loro. “Non fate come loro”. Dicono, ma non fanno”. “Vi fu detto, ma io vi dico...”.


   E nella pratica della vita, Gesù fa risaltare il distacco. I Farisei digiunano, voi no. “I Farisei si lavano le mani, voi non badate a questi riti”. Il tempio è l’unico luogo di preghiera: Gesù invita a pregare nelle camere, si reca sui monti a pregare, prega nel luogo più infamante: sulla croce.

  Altri confronti non attuano il distacco, ma la superiorità. Giovanni Battista è il più grande tra i figli di donna, il più piccolo nel Regno di Dio è più grande di Giovanni. Giona è grande? “Ecco qui, più di Giona”. Salomone è grande? “Ecco qui più di Salomone”. Infatti il regno di Dio che è presente vale più di “tutti i regni della terra”.

   Però c’è un luogo dove Gesù non può confrontarsi, poiché è un luogo assoluto. I confronti sono nell’area della relazione e della relatività. Einstein ha scoperto per noi che tutto è in relazione dinamica con il tutto.

   Eppure Gesù afferma una sua assolutezza, non passibile di confronto. Quel suo “Io sono”, non si può raffrontare, perché è l’ “Io sono” di Dio.

   Dio non può confrontarsi, poiché il confronto può instaurarsi soltanto tra realtà omogenee. Dio non può confrontarsi con un altro Dio. Dio è unico. Non si confronta neppure all’interno della Trinità, poiché i tre sono un unico, solo Dio.

   Questa realtà di Gesù non confrontabile, poiché assoluta, rende salda la nostra fede nella sua persona e nella sua parola.

     GCM 28.02.07