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Fede e religioni


  Da qualche anno il tema del rapporto tra religione seguita dai cristiani, e altre religioni, è riscosso per incitare  a nuove considerazioni e a nuove teologie.

  Il rapporto tra la religione seguita dai credenti, e la loro fede, ha condotto sempre più ad affermare che la religione non esaurisce la fede, non la costringe in se stessa, perché è la fede a servirsi di una religione per raggiungere il cuore e la mente degli uomini.

  La fede cristiana è fede in Gesù e nel Padre, grazie all’energia dello Spirito Santo.

  Gesù è un personaggio storico, condizionato dal tempo e dallo spazio. Le religioni esistono prima di lui, dopo di lui, a fianco di lui. Come Gesù entra nelle religioni per salvarle, lui che è venuto a salvare tutta l’umanità?

  Paolo ci avverte che Cristo era ieri, è oggi, e per sempre. Perciò accanto a Cristo, storicamente incarnato in Gesù, c’è un altro modo di esistenza del Cristo. Di questo modo la risurrezione è una dimostrazione. Infatti Gesù, prima di morire, si attende di ricevere “quella gloria” avuta fin da principio.

   Oggi, anche tramite la chiesa, Gesù vive ed opera nel mondo, attraverso questa modalità. Questa modalità, esplicita nei suoi fedeli, resta implicita nei fedeli di altre religioni.

  Resta comunque la parola di Gesù che suona: “Andate e predicate a ogni creatura”. La sua parola continua ed esalta la parola di Dio che è insita  nella creazione e, perciò, anche nell’uomo.

   Certo che l’esplicitazione della Parola eterna di Dio in Gesù di Nazareth, non lascia spazio a tergiversazione, ma è occasione di una scelta. “Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo; chi non crederà, sarà condannato!”.

Evidentemente si tratta di una terribile autocondanna.

  GCM 08.03.07