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Uscire di casa

Gesù uomo è riconosciuto dai propri paesani. Essi conoscono il suo clan, i nomi dei cugini e delle cugine. Vanno anche un po’ oltre: riconoscono che è un  uomo che riflette ed esprime idee nuove. Ma loro non riflettono sulle sue idee. Si fermano alla superficie...al semplice fenomeno.

Essi pretendono di aver inquadrato Gesù parlando della sua famiglia, e sono indispettiti perché egli non agisce come tutti della sua casa.

Gesù si trova rifiutato dai suoi: non trova sintonia con quelli di casa e perciò viaggia, predicando.

E nel predicare, egli trova di tanto in tanto della gente che si pone in sintonia con lui: non sono né suoi parenti né suoi compaesani: e la loro sintonia con Gesù li lega tanto che Gesù riconosce in questi la sua nuova famiglia: questi gli sono madre, fratelli e sorelle.

Gesù esce di casa per trovare la “sua” famiglia: si dona talmente a questa nuova famiglia, che, grazie all’Eucaristia, Paolo scopre che sono addirittura concorporei e consanguinei di Gesù.

Il modo di procedere di Gesù, è emblematico: egli parla prima di tutto con i suoi, ma, non accolto da loro, poi si spinge oltre. Spesso anche noi, se vogliamo esser liberi di annunciare Gesù e la sua salvezza, siamo costretti a uscire dalle comunità stabili e ingessate, per comunicare fuori.

Paolo usava la stessa tecnica. Dove egli si recava, prima annunciava Gesù nelle sinagoghe. “Siccome voi non mi ascoltate, - diceva - mi rivolgo ai pagani”.

E’ il destino di ogni profeta autentico: uscire dal gruppo, per trovare la famiglia in Dio e di Dio.

GCM 02.02.06