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Siete mondi

Io sono la vite, voi i tralci, il Padre il vignaiolo. I tralci che si staccano da me, il Padre li taglia; quelli che sono uniti a me, egli li pota.

Proprio il verbo potare, che si legge nella traduzione ufficiale della Chiesa italiana, mi è parso stonato, fuori contesto. Infatti il tralcio potato è anch’esso un tralcio tagliato.

I miei dubbi mi portano al testo originale greco. E qui scopro che il verbo non significa necessariamente “potare”, ma “purificare”, ossia pulire e curare.

A riprova c’è proprio la ripetizione dello stesso tema del verbo “pulire”, la frase che segue: “Voi siete tutti mondi grazie alla parola”. Il tema “cathar” è lo stesso di “mondare i rami”, e “voi siete tutti mondi”.

Perciò l’animo si rallegra. Gesù purifica noi, tralci che restiamo uniti alla vite con la fede. Ci purifica, ossia prende cura di noi, ci libera dalle impurità, dagli insetti, ci spollona: insomma ci purifica, non ci recide neppure in parte.

E’ rinforzato il significato di mondare e di nettare, dallo strumento usato per mondarci: non strumenti lesivi, ma la parola. Gesù, Parola del Padre, non ha altro mezzo che la parola per beneficarci. “Tu hai parole di vita eterna”.

Quando, Risorto, incarica i suoi di andare per il mondo ad annunciare la salvezza nel rimettere i peccati, pone in mano agli apostoli due mezzi: parola (predicate) e acqua (battezzate).

Gesù ci monda con la Parola, perché in noi purifica l’uomo: non guida l’animale, ma rispetta ed eleva la creatura che ragiona.

GCM 15.05.06