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Libertà obbediente

Paolo ci avverte di non trasformare la libertà, per la quale Gesù ci ha liberati, in un’occasione per la licenza nei costumi: licenza che altro non è se non comodo di egoismo, spesso camuffato da pietà o da pietismo per le nostre debolezze.

Forse chi crede in Gesù si dimentica di una parte di Gesù, e quindi non crede a Gesù.

Lo Spirito Santo, attraverso la Scrittura, ci fa sapere che Cristo fu esaltato a causa della propria obbedienza. A chi?

Alcuni cristiani, e non pochi, vorrebbero che il Papa cambiasse alcune verità e permettesse alcuni nuovi comportamenti. Essi si dimenticano che anche il Papa deve obbedire, deve accettare i limiti, che Cristo ha stabilito: egli non può andare contro la volontà di Gesù.

A sua volta anche Gesù ha i suoi limiti, che gli derivano dalla volontà del Padre. Gesù, dal Padre, non ha avuto la licenza di far ciò che vuole, ma di realizzare la volontà del Padre: proprio perciò egli è un uomo libero.

Noi ricorriamo al Vangelo per conoscere il volere di Gesù. Gesù si appoggiava al suo “Vangelo” che è la Bibbia, e che lui richiama con il suo “sta scritto”.

Gesù è un libero che porta la libertà, però in tanto è libero, in quanto “quello che piace al Padre, faccio sempre”.

Gesù è venuto per gli ammalati: è il medico. Anche l’Eucaristia è per gli ammalati. Per guarire gli ammalati, non per lasciarli nella loro malattia. Per liberare i peccatori, non per lasciarli nel loro peccato. Per liberare gli erranti, non per lasciarli nella schiavitù dei loro errori, nel baratro della loro infelicità.

Gesù è venuto per liberare dalla schiavitù, non dall’obbedienza al Padre.

GCM 02.02.06