Gesù sa che il suo compiere ciò che partecipa con il Padre, provoca stupore in noi.
Però lo stupore cessa in coloro che sono convinti per fede che Gesù è nel Padre e il Padre è in Gesù.
Una delle opere di partecipazione di Gesù con il Padre è il dare la vita , il risuscitare i morti.
Il Padre è tanto vivo, infinitamente vivo, che quando ama, nel contatto con il Figlio e con i figli, Egli scatena la vita. Essere nel Padre è immergerci nel piano della vita.
La vitalità espansiva del Padre , si comunica al Figlio. Il Figlio è vivo e dona la vita. Gli episodi di risuscitazione , che leggiamo nel Vangelo (Lazzaro, la figlia di Giairo) sono semplici lampi spie di quella vita eterna , che è attiva in Gesù e nei credenti.
Il Figlio dona la vita, vuole far vivere. La qualità del Padre è la Vita, vuole far vivere.
La qualità del Padre è la vita, perché l’Amore è per la vita.
La radice dell’etica è la distinzione tra il bene e il male e la loro insanabile opposizione. Il grande peccato, la menzogna, è produrre la ibrida mescolanza tra il bene e il male.
Il bene come lo si declina? Attraverso categorie astratte? Il Padre, in Gesù, ci regala la definizione semplice e concreta del bene: tutto ciò che ama la vita , la rispetta, la difende, l’aumenta è un bene. Il nemico è la morte, l’ultimo nemico, che secondo Paolo, sarà distrutto affinché si realizzi l’unità piena, assoluta.
Il Padre, che è il bene, la bontà assoluta, ama e genera vita. Il solo criterio di bene è il Padre e solo facendo ciò che fa il Padre, diventiamo pieni della sua bontà, ossia del Bene. La nostra vita, nel bene, è viva.
23.08.12