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Figli genuini

Nella prima sua lettera, Giovanni afferma che noi, generati da Dio, non possiamo peccare. Illusione o eccesso? O realtà?

Generati da Dio, come Gesù, Figlio del Padre, perché chi crede in lui è generato da Dio (come espressamente nota il Vangelo di Giovanni).

Tutti affermano che Gesù non peccò, anzi che non poteva peccare.

Il peccato autentico è l’unico peccato, quello che ci conduce a morte, cioè quello che si oppone alla vita di Dio in Gesù.

Se la fede ci lega invisibilmente a Gesù (fede genuina), noi non possiamo peccare. Però, se anche pecchiamo, Gesù resta il nostro “avvocato” (appoggio) presso Dio.

Il peccato che conduce a morte, è il peccato che ci oppone a Dio, ci pone in lotta contro di lui.

Se manteniamo, grazie agli impulsi dello Spirito Santo, la fede, ogni altro peccato, di entità minore rispetto all’ateismo, non ci fa perdere la vita, ma la rende difficile e asfittica.

Certamente Gesù non andava a confessarsi per le sue arrabbiature. Restava figlio di Dio anche da arrabbiato.
Pure noi, nati da Dio, restiamo figli di Dio anche dentro le nostre miserie di poveri peccatori.

Forse curiamo poco la nostra profonda e misteriosa qualità di essere figli di Dio. Non ce ne ricordiamo, non l’aumentiamo e la solidifichiamo con l’Eucarestia e con il Vangelo.

Perfino nel sacramento, creato per incontrarci con Dio misericordioso, ci imperniamo sulle nostre debolezze, escludendo totalmente la visione di Dio!

Escluso, praticamente, Dio, ci escludiamo, conseguentemente, dal nostro essere figli di Dio, dal goderne con commozione.

GCM 04.01.11, pubblicato 23.02.11