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Familiari

Cittadini dei santi e familiari di Dio. Paolo così indica la condizione dei credenti nel Vangelo di Gesù. Il Padre di Gesù è anche il Pater familias (padre della famiglia, ossia dei famuli, che diventano parte integrante della famiglia di Dio).

Sebbene la parola “famiglia” ai tempi di Paolo, avesse un significato diverso da quello che noi le attribuiamo oggi, pure la famiglia indica sempre vicinanza al Padre, di cui si è possesso. Non più distanti siamo noi, figli di pagani, ma uniti tutti nel recinto di Dio. Quel recinto che usiamo dire “Trinità”.

Proprio questa appartenenza al Padre, ci rende stupiti, sicuri, felici. Non un vago rapporto con Dio, ma una relazione strutturata e sicura. Da essa non possiamo più staccarci.

“Se i suoi figli si allontaneranno da me, punirò le loro colpe, ma non ritirerò da loro la mia misericordia” fa dire il salmo a Dio, quando parla della discendenza di David.

Dio è fedele: è il ritornello dell’antico testamento, ripreso da Paolo. Ed è fedele, aggiunge Paolo, perché non può contraddire se stesso. Se nostro Padre non fosse fedele, cesserebbe, per assurdo, di essere Dio.

Sulla sua fedeltà basiamo la nostra vita, e i nostri ritorni di pentimento e di conversione. Sulla certezza del suo amore, alimentiamo il nostro amore. Dalla sua “immensa” (perché divina) comprensione prende slancio la nostra fiducia e il nostro abbandono in lui.

Familiari di Dio, seriamente, sicuramente, non per sentito dire, o per licenza poetica. Familiari sicuri di essere accolti e amati.

Quando invochiamo Dio come Padre, affermiamo una verità certa.

GCM 04.07.10, pubblicato 28.10.10