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Confidenze

Ci si sta liberando dalla concezione del Vangelo e della Bibbia, come di manuali che indicano autoritariamente modi di pensare e di agire.

Ma ancora non si sono fatti passi significativi verso Dio, che amando i suoi figli si confida a loro, comunicandogli i segreti del proprio intimo.

La Scrittura cristiano-ebraica è l’impronta scritta delle confidenze del Padre ai figli, la perenne eredità donata a questi.

Giovanni, uno degli estensori delle confidenze di Dio, ci fa notare: “Dio nessuno l’ha mai visto!”. E’ questa l’esperienza di ogni uomo. Forse l’esperienza ansiosa e dolorosa di chiunque abbia sentito il, desiderio di vedere Dio. “Mostraci il Padre e ci basta” disse l’apostolo a Gesù, dopo che Gesù aveva fatto brillare agli occhi dell’apostolo la bellezza di Dio.

Ma ecco la soluzione: “Il Figlio che è Dio e che in Dio dimora”, lo ha estratto, cavato fuori. E il cavar fuori Dio è stato facile: “Chi vede me, vede il Padre”.

Dio si è confidato visibilmente in Gesù. Siccome Gesù dice con sicurezza che tutte le Scritture parlano di lui, allora in ogni sillaba della Scrittura scopriamo un lembo della grande confidenza del Padre a noi suoi figli.

Se la Scrittura è la confidenza di Dio a noi suoi figli, allora il  nostro ascolto si riveste di affetto. Ascoltare o leggere la Parola di Dio con affetto: cambia il nostro atteggiamento d’ascolto. La curiosità di figli affezionati, desiderosi di conoscere l’intimo di Dio, nutre sete e gioia nell’ascolto.

Dio mi si confida. Sono peccatore, distratto, ignorante, eppure Dio mi fa le sue confidenze. Anche questo suscita e alimenta la mia commozione nel sorprendermi figlio di un tale Padre.       

GCM 31.12.09