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Amore naturale

Da molto tempo ho scoperto e ho comunicato che la fede è una connotazione biologica della persona. Oggi S. Basilio, mi dice che l’amore a Dio è un’esigenza naturale, insita nel seno della nostra natura.

Nessuna persona può sfuggire all’esigenza di amare Dio. L’amore a Dio è una dotazione biologica, che non può essere elusa, ma può essere tradita. La si tradisce scambiando l’oggetto dell’amore, sostituendo Dio con un’altra persona, con un oggetto o con un interesse.

Ogni amore assoluto rivolto a ciò che non è Dio, è un tradire l’amore di Dio. Se l’amore a Dio è un’esigenza spontanea dell’uomo, allora come spiegare la difficoltà che troviamo nell’amare davvero Dio?

Per superare le difficoltà nell’amare Dio, è necessario “vincere” il peccato? Oppure l’amore a Dio in atto, già vince il peccato? Che cosa ostacola la naturale propensione ad amare Dio?

Siccome l’amare Dio è un’esigenza naturale, è necessario accorgerci di quanto abbiamo perso la naturalità, di quanto ci siamo allontanati dalla natura. Famiglia, scuola, società e chiesa, quanto ci hanno imposto una vita artefatta?

Tempo addietro mi imbattei in un testo, che trattava dell’amore di Dio nei popoli “primitivi”, come erano catalogati allora.

Gesù, che indicava di ritornare all’infanzia, non intendeva solo la fede, ma anche l’amore. Credere e amare... da bambini. Essi, attraverso i loro  messaggeri, vedono la faccia del Padre.

Gesù, insistendo sul fatto che Dio è il Padre, e che di questo Padre abbiamo continuo estremo bisogno, ci indicava la via per ritornare bambini. Il Padre: riscoperta dolce e salvifica del nostro inizio vitale.

GCM 12.01.10