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Padre

Nella recita di compieta, ci fanno dire: “Signore, nelle tue mani affido il mio spirito”: E’ un prendere di peso le parole del Salmo, come fu scritto dagli Ebrei, con l’aggiunta del “Signore”, parola che, pur trovandosi nello stesso versetto (31, 6) è collocata dopo.

Gesù, nella sua preghiera sulla Croce, come riferisce S. Luca, riprende la frase, ma collocandola in un’altra atmosfera. Infatti Gesù non dice “Signore”, bensì “Padre, nelle tue mani depongo il mio spirito” ossia la mia vita.

Credo che sia opportuno notare questa variante, che la preghiera “cristiana” non recepisce.

Padre!

Gesù parlando ai suoi diceva “Il Padre mio e il Padre vostro, il Dio mio  e il Dio vostro”.

Il versetto del Salmo, ripreso con la parola “Padre” acquista un sapore di intimità affettuosa.

Se noi ponessimo la parola “Padre” in tutti i versetti dei Salmi, dove troviamo il termine “Signore”, scopriremmo gusti e risonanze nascoste, e la preghiera avrebbe un diverso colorito. Provare per credere. E il nostro addormentarci lo sentiremmo proprio come un deporci nelle mani del Padre.

Gesù ha irrorato di “Padre” tutto il Vangelo.

“Padre nostro!”. “Il Padre conosce ciò di cui avete bisogno, ancor prima che glielo chiediate”. “Il Padre vi ama”. “Il Padre mio, che è nei cieli, ve lo concederà”. “Mio Padre opera sempre”. “Se uno mi ama, il Padre lo amerà”. “Io salgo al Padre mio e Padre vostro”. “Rendono gloria al vostro Padre, che è nei cieli”. “Siate figli del Padre vostro celeste”. “Uno solo è il Padre vostro, quello del cielo”.

Le citazioni potrebbero continuare, perché nel Nuovo Testamento vi sono più di duecento luoghi dove troviamo il “Padre”; molti di meno dove troviamo “Dio”.

GCM 02.10.09