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Tu

“... e penso a te”: una canzone italiana molto nota ripete questa frase, per indicare la presenza della persona amata nella vita dell’amante.

Questa è una presenza nel sentimento e nel ricordo. La persona amata è lontana.

La nostra relazione con il nostro Padre è diversa, più ampia, più attiva. Non pensiamo né amiamo una persona assente, ma un Dio presente, qui, davanti a me che scrivo, con me, dentro di me.

Dentro di me non soltanto nel mio ricordo, ma con la sua presenza reale.

Noi siamo stati educati a un Dio in terza persona: lui è, lui è buono, lui ama. In realtà il Padre va amato e invocato e vissuto sempre in seconda persona. “Tu sei buono, tu mi ami, tu ci hai donato Gesù”.

Tu, mio Padre, mi attiri non con mezzi lontani, ma legandomi a te con l’abbraccio e il bacio tuo, che è il tuo Spirito vivo in me, vivo nella tua Chiesa.

Se io mi dimentico di te, mi dimentico di me e mi immergo nelle cose, senza accorgermi che tu sei presente anche ad esse. Se io mi dimentico di me, vivente perché abbracciato a te e fuso con te in modo ineffabile, io mi dimentico di te.

Spesso cose o persone mi distraggono da questo perenne impatto con te. La mia vita penetrata da te, è diventata una vita cristica. Come Gesù: “Il Padre è in me e io sono nel Padre”. Noi viviamo Gesù, nel crederti (e spesso avvertirti) con noi e in noi.

Vivendo Gesù, nella Trinità, è chiaro che Gesù da noi, irrorati da te perché tua Chiesa, possa essere trasmesso al pane e al vino, possa diventare perdono per i nostri peccati e benedizione della nostra vita.

GCM 12.04.06