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Noi luce

“Creati per la gloria del tuo nome!”

E’ l’inizio di un inno, spesso ripetuto da coloro che recitano le “ore liturgiche” seguendo i testi del breviario romano nella sua traduzione italiana.

Per la gloria. E’ una frase, che solitamente si usa per indicare uno scopo, una finalità. E’ pur vero che il “per” latino indica anche un complemento di mezzo: creati, quindi, attraverso o grazie alla gloria delle tua persona (= nome).

Se la frase indica uno scopo, allora le creature sono come schiavetti che devono lodare ed esaltare il padrone. Lo scopo della vita, quindi, sarebbe quello di far parte dei cortigiani di Dio.

Se noi si dicesse “creati come gloria della tua persona”, allora il senso della frase si illuminerebbe. Infatti noi siamo la gloria di Dio. Siamo le scintille del fuoco d’amore trinitario, sprizzate nel concerto della  creazione. Siamo la luce di Dio nel mondo. Gesù lo ricordava ai suoi: “Voi siete la luce del mondo”. Siamo coloro che illuminano di Dio il mondo. Il poeta si sentiva illuminato dall’immenso. Noi siamo, per dono di Dio, questa luce del mondo, dell’universo.

Ogni inno alla luce, quell’inno che leggiamo nei lirici greci e nei lirici di ogni cultura, è un inno a Dio e a Gesù, luce da luce. E noi, che da lui deriviamo e di lui viviamo, diventiamo luce da luce, che illumina ogni uomo che arriva nel mondo.

Creati come gloria di Dio, per mostrare la gloria di Dio, e sempre nella gloria di Dio, noi viviamo di luce, nutriti di luce, soprattutto della luce evangelica.

Il salmo ci indica: “Nella tua luce, vediamo la luce!”. Noi, trasferiti dalle tenebre alla luce, impersoniamo la luce di Dio.

GCM 04.02.11, pubblicato 12.05.11