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Identità esasperate

C’è una tendenza a esasperare la propria identità. L’esaperazione si manifesta soprattutto nel confronto con gli altri. Non riusciamo ad essere semplicemente noi, ma ci scopriamo noi stessi, se oppposti agli altri. Non il semplice raffronto, necessario per definire noi stessi, aiutati da ciò che non siamo, ma purtroppo opposizione.

Nel raffronto scopriamo l’identità, nell’opposizione cadiamo nell’esasperazione.

Questo avviene nelle persone, nelle famiglie, negli stati, nei gruppi religiosi, nelle religioni.

Nelle religioni cosiddette monoteistiche, si nota chiara l’esasperazione dell’identità, fino alle Crociate, al fondamentalismo, al terrorismo.

Ebrei, che per mantenere la propria identità si oppongono, armati o nelle sinagoghe, contro gli Arabi. Arabi e Musulmani, che si oppongono fino all’odio contro Ebrei e Cristiani.

Sembra che l’unico vero Dio, non sia anche il Dio degli altri.

Eppure le tre religioni monoteistiche hanno la missione di mostrare Dio al mondo. Un Dio unico, o tre dèi separati?

Anche nel linguaggio popolare è distinto il nostro Dio Padre, da Allah e da Jahveh.

Eppure la storia spinge alla confluenza dei tre ceppi monoteistici, anche sotto la spinta dei politicismi e delle infinite forme di ateismo.

Unirsi non per erigere barriere, ma per esaltare concordia e amore.

Tutti e tre questi ceppi religiosi proclamano un Dio “misericordioso”. Il Cristiano, assimilato in Gesù, sa e crede che Dio è suo Padre: tenerissimo.

I tre ceppi hanno la missione di illuminare il mondo, innanzitutto unendosi.

GCM 04.01.11, pubblicato 14.04.11