HOME

Home > Dio MISTERO > Articoli 2011 > Disgrazia e salvezza

Disgrazia e salvezza

Il libro sacro dei Proverbi, al decimo capitolo, scrive: “Il salario del giusto serve per la vita, il guadagno dell’empio è per i vizi”

La domanda: nell’ambiente consumistico, la cui aria respiriamo giorno e notte, noi siamo giusti o empi? Guadagniamo per vivere, anche discretamente, oppure per svagarci e per i vizi? Siamo moderati, oppure ci ghermisce la voglia del superfluo? E’ più il denaro per comprare il pane, o quello per procurare la droga?

Le nostre ricchezze servono per una vita decente per noi e per tutti, oppure le usiamo per i nostri divertimenti, abbandonando alla fame chi è povero?

La storia ci dice che i popoli ricchi si sfasciano proprio nel culmine dello spreco sibaritico. E’ il destino del mondo occidentale, alla cui rovina, per grazia di Dio, non assisterò. Eppure, già oggi prevedendo la sua logica fine, ne soffro, ma non sono in grado di farla evitare. Infatti la gente oggi si è votata all’ignoranza giuliva, fino a eleggere ancora la Semiramide di turno.

Questa fine prevedibile può essere evitata? Ossia anche i popoli e le nazioni possono essere salvati?

Non dagli uomini, che, dopo Adamo, sono capaci solo di farsi del male, di nuocere a se stessi. Invece da Dio, sì. Dio, infatti, non è Padre soltanto dele singole persone, ma anche dei gruppi umani. Paolo ci assicura: “ogni gruppo (greco: pasa patrìa) dipende da Dio”.

La salvezza di tutto e di tutti viene da Dio, il quale promette cieli nuovi e terre nuove. La condizione unica per essere salvati da Dio, è rivolgersi a lui. Purtroppo l’ateismo dilagante non potrà salvare il mondo né le singole civiltà, perché rifiuta di rivolgersi all’unico salvatore dell’uomo e della storia: Dio.

GCM 17.02.11, pubblicato 28.04.11