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Dio ci cerca

E’ vero: noi non ti avremmo trovato, se tu non ci avessi cercato. La nostra ricerca di Dio, anche la più seria, affettuosa, accanita, non può raggiungere Dio: Egli è infinito, e di fronte all’infinito, la ricerca umana necessariamente si perde per strada. Tutt’al più essa approda a un concetto di Dio, formulato perfino filosoficamente.

Soltanto Dio, che ha creato il mondo e quanto contiene, può “scendere dal suo trono santo” per raggiungere la sua creatura, già raggiunta nel crearla.

Lui ci cerca e  ci raggiunge, e soltanto allora noi riusciamo a trovarlo.

Dio ci ha raggiunto chiaramente in Gesù Cristo. E dopo che lui ci ha creato, noi lo possiamo trovare. E per facilitare il nostro impatto con lui, ecco il Vangelo e l’Eucarestia: doni di impareggiabile vicinanza.

E prima di Gesù?

La Genesi ci presenta un Dio che viene incontro al “suo” popolo. Popolo che non diventa suo soltanto al tempo di Mosè, ma già da Abramo, da Noè, da Adamo.

Se osserviamo bene, tutte le etnie nutrono un senso religioso e una religione, e usano nomi diversi per designare Dio. Non mi soffermo sulla scoperta ierologica dell’ ”Essere supremo”.

Se l’uomo da sempre ha intrecciato un rapporto con Dio, Dio da sempre ha cercato l’uomo. L’ipotesi di una “rivelazione primitiva di Dio”, cara a Giovanni XXIII, sembra adombrarsi nella Genesi, descritta nei colloqui tra Dio e Adamo.

Dio, per farsi trovare, ha sempre rincorso l’uomo, la sua creatura, per essere visto dall’uomo.

Noi non avremmo la felice realtà di trovare Dio, in ogni istante, se lui non continuasse a cercarci.

GCM 30.07.11, pubblicato 07.11.11