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Collaborazione

Quando una persona si dedica a una vita cristiana seria, all’inizio prova entusiasmo e dolcezza. Le cose scorrono come acqua di ruscello. Tutto è bello, facile, gioioso. E’ dono dello Spirito, che attira alla sequela di Gesù, con allettamenti spirituali e con l’entusiasmo solare del neofita.

Poi, come tutti i fenomeni sottoposti alla legge dei valori iniziali (ricordiamo facilmente il fenomeno droga), anche l’adesione spirituale a Gesù, sembra diminuire.

Nella nostra memoria si ridestano le cosiddette “notti” di S. Giovanni della Croce.

E’ un passaggio dalla fanciullezza alla maturità, dal semplice ricevere all’ “onore” del collaborare, dalla passività all’attività.

Dio ci chiama a un livello superiore: da dipendenti a cooperatori. Non solo ricevere dolcezze, ma anche dare impegno. E’ una promozione a ranghi diversi, e più elevati. Dal ricevere all’impegnarsi.

Anche chi ricorre a uno psicologo, si immagina di ricevere soltanto, e non sa che la guarigione sta nelle sue mani, e si attua in proporzione al suo impegno.

Soltanto l’impegno crea collaborazione... allo stesso livello. Livello, che nei riguardi del Padre, è un essere “elevati” dallo Spirito Santo. La nostra collaborazione con il Padre è un “frutto dello Spirito”. Ossia è raggiungere quella maturità di Cristo, di cui scrive S. Paolo.

Perciò il passaggio dal dono ricevuto, al dono donato nella collaborazione a Dio, include una entrata più completa e più precisa nella dinamica della Trinità. Qui il ricevere e il donare sono sullo stesso piano, rivestono la stessa dinamica.

E, alla fine, ci accorgiamo che il “piacere” è aumentato.

GCM 13.07.11, pubblicato 16.10.11