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Armonia e danza

Dio chiama, l’uomo invoca. E’ l’intreccio di due voci. E’ l’armonia nuova dell’incontro di voci. L’uomo e Dio cantano la stessa melodia, accompagnata da un misterioso controcanto. Voci che circolano libere e intrecciate. Dio chiama, l’uomo invoca rispondendo.

Nella voce circola la grazia. Perché la voce è quella dello Spirito. Spirito di Dio che raggiunge, spirito dell’uomo che, amplificato dallo Spirito di Dio che l’ha raggiunto, si eleva nell’atmosfera di Dio, dove la Trinità esegue l’eterna pericoresi, l’eterna danza.

L’intreccio delle due voci, si sviluppa dentro l’eterna danza: ritmi di dolcezza e di bellezza, di pace e di armonia.

L’invocazione diventa danza, come leggiamo nei Salmi. Lì si parla di fanciulle danzanti, grazia flessuosa e innocenza esibita.

Dio chiama, perché invita alle nozze del figlio del re. Nozze festanti, alle quali non può mancare il tripudio della danza. La chiamata di Dio non avviene per fissare e arrestare la vita, ma per muoverla, fino a diventare vita per sempre.

Dio chiama, e l’uomo risponde, perché dal suo ventre zampilla acqua, che si alza fino alla vita eterna.

L’invocazione umana è un inno che trascina. Non è un “sì” di parole, ma un “sì” che travolge anche il corpo, il sì dei fiumi e della primavera e del mattino. Un sì ardente e fresco.

Essere chiamati da Dio, è essere riempiti del suo Spirito. Dio chiama e saluta, infondendo lo Spirito, energia della voce e pegno di bellezza. Disse appunto, salutando: Ave Maria, il Signore è con te

GCM 15.03.11, pubblicato 29.05.11