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Dio si dona

Il Padre ci dona la Parola. Di più: il Padre si dona nella Parola, tramite la Parola.

La Parola non è staccata dal Padre, perché il Verbo era presso di lui, e il Verbo divenne carne.

Quando ci raduniamo per ricevere la Parola, in realtà ci raduniamo per ricevere il Padre stesso.

La stessa lectio divina non è solamente un  esercizio  della nostra buona volontà che ricerca. Anzi essa è un’occasione che il Padre ci dona, per comunicarci se stesso.

Dono del Padre è il nostro pregare. Egli mette il suo Spirito nel nostro cuore, perché esso si indirizzi con sicurezza verso il Padre. Dal dovere della preghiera, imposto dalla tradizione o dalla legge, al dono del pregare con libertà. La legge ci impone una certa quantità di formule, proprio secondo l’usanza dei pagani. Gesù ci raccomanda di abbandonare la verbosità quantificata della preghiera e delle preghiere, per accettare il contatto, già in atto, del Padre con noi: Padre nostro.

Parola e preghiera sono doni di Dio, sono Dio che si dona nel suo parlarci e nel nostro parlargli. Egli cerca la circolarità del rapporto Dio-uomo. Circolarità ovviamente pescata all’interno di Dio, che è e vive la Trinità, circolarità delle tre Persone.

Di questa circolarità Dio-uomo, noi siamo un anello necessario. Dono sì, ma per essere inserito in una dinamica più profonda: la dinamica della salvezza di tutta la creatura e di tutte le creature nell’unico circolo del divino.

Tutto è dono. Solo Dio è, prima di ogni dono. Eppure anche Dio è, perché è dono interiore, che si attua tra il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo.

GCM 25.06.10, pubblicato 15.09.10