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L’onore di Dio

Dio lo vogliamo dichiarare grande. Per noi il Dio grande è necessario al nostro bisogno di vanto. Abbiamo il Dio più grande   e più potente di ogni altro dio. Allah è grande: urlano i terroristi quando ammazzano la gente.

Di fronte al nostro bisogno di avere un  “nostro Dio grande”, si pone il Dio che si rimpicciolisce, si annienta in Gesù, per poter abitare con i piccoli.

Con un Dio grande accompagniamo una Chiesa grande. Ci infastidisce un papa che sbaglia, e il nostro vanto sta nell’avere “un grande papa”!.

La grandezza di Dio sta nella sua capacità di umiliarsi. Solo così è davvero vicino a noi. I grandi ci infastidiscono: lo abbiamo costatato durante il periodo pre-elettorale, quando i fanfaroni ci disturbavano.

Un Dio esaltato per la sua grandezza, non è un Dio amabile, è un Dio temibile. E noi, pur non palesandolo, disprezziamo in cuor nostro chi ci incute paura.

Forse una bestemmia raffinata, perché latente, è il temere Dio. Non riconoscerlo (come indica la parola biblica “temere”), ma averne paura. Se lo temiamo, lo disprezziamo. Se  lo disprezziamo, lo bestemmiamo. La bestemmia è disprezzare Dio, affibbiandogli titoli indecorosi.

Non solo per il  nostro bene, ma per l’onore di Dio stesso, Gesù ci ha spinti ad amare Dio, perché l’amore respinge ogni paura, come scrive S. Giovanni nella sua prima lettera.

Gesù, nella sua condanna, vede la glorificazione del Padre, ossia l’estrema conseguenza dell’amore; il grande amore che sa donarsi.

GCM 27.04.08