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Tentare

     Tentare: mettere alla prova una persona per vedere se abbocca e si lascia trascinare,  come un pesce agganciato a una lenza. L’esempio che zampilla alla fantasia, per chi con osce il Vangelo, è fornito dalle tentazioni del diavolo a Gesù.

     La tentazione si basa su un bene reale, utilizzato per ricavare un male. Gli animali non sono tentati: per essi l’attraimento è diretto: quel bisogno specifico rivolto a quell’oggetto specifico. L’uomo può essere ingannato. L’aneddoto di Eva e di Adamo è presente ed emblematico.

     La tentazione si riveste di altra prospettiva, quando la Scrittura narra che, non soltanto Gesù, ma Dio stesso fu tentato.

     “Nel deserto i vostri padri mi tentarono e mi misero alla prova, pur conoscendo il mio operare”: leggiamo nell’Antico Testamento.

     Perciò l’uomo pretende di ingannare Dio, la verità assoluta. In realtà sta ingannando se stesso. Oggi molti si oppongono alle direttive di Dio, stampate nella natura: uccisioni di feti e di anziani, dominio dell’uomo sull’uomo, elusione dell’unirsi tra uomo e donna... In realtà questi oppositori a Dio, ingannano se stessi e gli altri.

     Tentare Dio è porsi al suo posto e al di sopra di lui. E’ creare i presupposti della vertigine. “Colui che Dio vuol cancellare, lo rende irragionevole”. “Quos Deus vult perdere, dementat”.

     Perfino la preghiera può trasformarsi in tentazione di Dio, quando si pretenda da lui l’esaudimento. L’uomo, che non esaudito secondo le proprie prospettive, abbandono il rapporto con Dio, è chiaro esempio di tentatore di Dio.

     GCM 12.01.07