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Provvidenza

Dio continua a reggere il mondo, affinché non crolli. E’ questa una convinzione che serpeggia nella Scrittura.

Inoltre la vita umana è sostenuta continuamente dallo Spirito di Dio.

Queste idee furono dimenticate e oscurate dalla ricerche scientifiche, che trovarono nel cosmo la forza di reggersi. Idee stimate puerili, indegne di credito scientifico.

Poi si scoprì la gravitazione universale. Con Einstein si riconobbe una relatività generale. Sorse, alla fine, la scoperta dei quanti. Si dice che la realtà non è mai del tutto oggettiva. Anzi che i fenomeni fisici si realizzano dell’incontro dell’onda o del corpuscolo con la vista dell’osservatore. Senza l’osservatore la “realtà” rimane in una specie di limbo, e si realizza grazie alla presenza dell’osservatore. Sembra che questi produce il fenomeno, che senza la sua presenza non si attua. Sembra quasi che un fenomeno sia, o si “prolunghi”, soltanto con un osservatore che entra nel fenomeno.

E quando un fenomeno è immenso come tutto il cosmo, quale può essere l’osservatore “esterno” al cosmo, che lo fa esistere?

La Scrittura parla di Dio, creatore e conservatore dell’universo, e dell’uomo.

L’intuizione dell’agiografo ha intuito da millenni, ciò che la scienza comincia a scoprire oggi.

Allora la sollecitudine della Provvidenza non è una mera allegoria, sebbene modi e proporzioni, riferiti a Dio, non permettano misurazioni.

La semplice fiducia continua nel Padre, ha battuto di secoli il tardo arrivo della scienza, pur benedetta.

GCM 27.06.06