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Unità cosmica e divina

Conversione verso l’uno. L’unità frontale e permanente nella realtà cosmica e personale. A questo ci conducono le ricerche su base del modello quantistico-olografico, come ci espone il nostro socio, Sergio Signori.

Il ricordare che Gesù proclama, invoca e attua l’unità, apre un tema di riflessione, che aggancia ed eleva l’unità della realtà in cui siamo tuffati, nell’unità di Dio.

Gesù dice, nella preghiera del cenacolo, “che essi siano una cosa sola”. Osservando il testo di Giovanni, nella scrittura greca scopriamo che “io ti prego riguardo a essi (i discepoli)... affinché tutti una cosa sola siano - come tu, Padre, in me e io in te - affinché anche essi in noi una cosa sola siano” (Gv 17, 20-22).

Evidentemente l’unità dei discepoli è in rapporto e in confronto (cathòs) con l’unità di Dio. L’unità di Dio produce l’unità tra gli uomini e nel mondo: unità spirituale e cosmica.

Perciò ogni ricerca di unità nel mondo sia umano che subatomico, è una ricerca dell’impronta di Dio nel creato, quell’impronta che la Bibbia indica con il vocabolo “gloria di Dio”.

Ritornare all’unità è un ritornare alla semplicità di Dio, è metterci nel limitare - umanamente possibile - dell’incontro con Dio, fonte e garanzia di unità.

La fisica quantistica ci aiuta a scoprire che il confine tra materia ed energia è labile, e che l’energia (gravitazionale, elettromagnetica, nucleare) assomma in sé la funzione di unità.

Il passo più in là, oltre l’unità cosmica, e “prima” di essa, ci fa entrare nell’unità trinitaria, unità infinita rafforzata dall’incontro sublime delle tre energie, vissute dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo.

GCM 19.11.05