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Trinità

Gesù ha rivelato la Trinità di Dio. Il Padre, per mostrare la luce di Dio, ha atteso l’incarnazione. Forse se Dio si fosse rivelato nella sua “completezza” di Trinità prima di Gesù, non sarebbe stato accolto dall’uomo.

Gesù rende possibile la nostra fede nel Dio Trino. Proprio perché Gesù rivela il Padre e il suo Amore, nel viversi Figlio. Gesù facilita il nostro affidarci a Dio, perché ci mostra (e ci invita) come si vive da figli di Dio.

Gesù è la rivelazione, lo svelamento della completezza di Dio, non soltanto con il suo dolce annuncio, ma con il suo vissuto, con il suo comportamento, con la sua fede.

Comportamento di fede è quello di Gesù: “Nelle tue mani, Padre, consegno la mia vita”. Supremo atto di fede, ultimo atto di fede di Gesù. Poi, anche per lui, si squaderna la visione.

Quando i teologi (e i catechismi, prodotti in gran parte dalla teologia) ci invadevano di tomismo, non potevano parlare della fede di Gesù. Non s’accorgevano quegli autori che negare la fede di Gesù, a favore di una presunta continua visione, mostrava un Gesù uomo incompleto, non uomo “perfetto” (cioè completo, come dice il termine). La grandezza di un uomo è la fede: l’apice delle capacità umane, mentre ci troviamo a camminare sulla terra, è la fede, che più tardi sarà sostituita e coronata dalla visione.

Or bene proprio la fede di Gesù ci permette di convivere la sua figliolanza in relazione con il Padre, figliolanza che è un raggio del suo vivere trinitario.

Se vivo Gesù in me, mi riesce facile abbandonarmi quotidianamente al Padre, e non solamente credere intellettualmente alla Trinità, ma soprattutto vivere serenamente in essa.

GCM 23.05.05