HOME

Home > Dio MISTERO > Articoli 2005 > Dio è uno 2

Dio è uno 2

Noi diciamo che Dio è uno. E’ un nostro modo di esprimerci. In realtà, Dio è Dio, e basta.

Quando Mosè chiede a Dio di rivelare il suo nome, Dio si cela ancora di più, dicendo semplicemente: “Io sono chi sono” o “Io sono chi viene”. “Sarò ciò che fui”. Quel Jahveh dice e nasconde.

Dio è semplicemente Dio, e i nostri tentativi di ridurlo a un’idea, apprendibile da noi, falliscono.

Perciò il Dio unitrino è un misero balbettio, per quanto teologicamente tentato da infinite generazioni, con amore e con testardaggini commoventi e meritorie. La teologia: una infinita testardaggine d’amore, un costante tentativo di identificare l’infinito oggetto del nostro amore, per esaltarne l’enorme bellezza e bontà.

Eppure la nostra teologia resta sempre al di fuori della realtà di Dio, è un fermarsi sulla porta del mistero, un infinito desiderio di penetrazione mai riuscito.

Non può essere applicato a Dio il metodo filosofico, se non con una lontana analogia: unità di essenza, trinità di persone.

L’applicazione dei termini matematici è una pretensiosa ingenuità: uno non è tre tra di noi; ma fuori e al di sopra di noi è inapplicabile la nostra povera matematica. L’insiemistica ha tentato: nell’insieme A,1 è x; nell’insieme B,3 è x: Unendo i due insiemi scompaiono 1 e 3, per unirsi in una nuova espressione, x2, dove 1 e 3 convergono. Ma questa è fantasia. Persino gli insiemi infiniti non soddisfano.

Ci può aiutare la fisica con l’unità iniziale che poi si scinde? Ma nella Trinità sono i tre che formano l’unità, amandosi!

Non resta che accettare le parole di Gesù contemplando e attendendo il momento, nel quale lo vedremo “faccia a faccia”.

GCM 30.07.05