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Dio è uno 1

Conosciamo tre grandi correnti di religione e di fede che si basano sul monoteismo. Credo si possano affiancare anche alcune religioni etnologiche, che - almeno secondo la scuola viennese di storia delle religioni - hanno sicure tracce di monoteismo, grazie all’Essere Supremo.

Però, nei popoli e nelle religioni di cui conosciamo lo sviluppo, la convinzione del Dio unico e universale si forma gradatamente.

Abramo era monoteista. Dal suo monoteismo procede l’estendersi del monoteismo nel mondo.

Abramo adorava un solo Dio, il suo Dio. Questo Dio era un “Dio della famiglia”. Infatti era il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe: l’unico Dio di quel clan e di quel popolo.

I profeti di Israele educano il popolo a trascendere il Dio del popolo, per ammettere il “creatore del cielo e della terra”, ossia un Dio che si estende a tutto l’universo, perciò il Dio di tutti, l’unico Dio reale. Di fronte a lui, verità ossia realtà, gli dei dei popoli sono menzogna, inganno e parvenza.

Assodata l’unicità di Dio, ecco irrompere nel mondo la novità di Gesù.

Anche per Gesù Dio è unico, che però accoglie dal suo seno il Figlio e lo Spirito Santo, altrettanto divini come il Padre.

Gesù esplica l’unità di Dio, facendone vedere, o intravedere, l’intima dinamica.

Per Ebrei e Islamici, la Trinità uccide l’unicità. Per il Cristiano la cosa è reale.

L’errore di chi non accetta il Dio unitrino, è un fatale errore di metodo. Infatti a Dio, che è al di sopra del nostro pensiero, si pretende di applicare le ristrette vedute della nostra matematica: uno non è tre! Dio invece è al di fuori di ogni nostra categoria.

GCM 30.07.05