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Trasformazione


25.02.12

Ero bestemmiatore, violento, persecutore, ma ora la grazia di Dio mi ha ricuperato. E’ il pensiero di Paolo.

Dalla crisi della cattiveria e della distruzione, alla conciliazione della grazia di Dio.

Una trasformazione, possibile a ciascuno di noi, perché il dono di Dio non si stanca. Trasformazione di proporzione elevata, come la conversione di S. Paolo, e anche trasformazione delle nostre piccole cattiverie quotidiane, delle quali è punteggiata la nostra giornata.

Una trasformazione momentanea  e immediata dei nostri difetti, accompagnata dal nostro pentito rivolgerci al Padre, che mai desiste dall’amarci.

Trasformazione dell’umano, corredato di debolezza, nella partecipazione del divino in Gesù.

Il culmine e la fonte di queste macro e microtrasformazioni è sempre l’Eucarestia.

Qui viene “trasformato” il pane e il vino nella presenza reale di Gesù. Colui che può dire, mostrando un pezzo di pane, “Questo è il mio corpo”, può anche dire “Ti sono assolti i peccati”. Trasformazione del peccatore nel santo, del pane nel corpo.

E’ un inno di ringraziamento alla misericordia, quello di poter mostrare la malleabilità prodotta dallo Spirito di Dio, nel dire apertamente: “Io ero, ora non sono più!”.

Io ero: un canto di ringraziamento, nel trovarci presentemente altri da allora. Un canto che nasce dalla coscienza del presente, visto illuminato da Dio. Un canto che è semplicemente preghiera, come i salmi, o come la preghiera di Gesù: “Ti benedico, Padre, Signore del cielo e della terra!”. Inno e contemplazione: io ero.