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Il piccolo amore

Il mio amore per Dio è debole. E più mi sforzo di amarlo, più il mio amore si indebolisce.

Proprio nella debolezza del mio amore, si infiltra la potenza del suo Amore. Non mi salva il mio amare, ma il Suo amarmi.

La debolezza del mio amore, mi induce ad abbandonarmi al Suo, sempre più senza remore teologiche o sentimentali.

Troppo spesso permettiamo a nostri sentimenti di dettare leggi, di sentenziare come ultima istanza sul valore della nostra vita e delle nostre azioni.

L’amore soltanto raramente si associa in modo armonico e costruttivo con il sentimento. L’amore può influire il sentimento di pienezza di luce e di pace. Ma il sentimento difficilmente produce l’amore, che è fondamentalmente offerta e dedizione. Il sentimento è correlato all’egoismo, quando ne accontenta il desiderio e la passione.

Se il sentimento suscita generosità e dedizione, allora si inserisce nell’amore.

Gesù sentì compassione e diede da mangiare, risanò, consolò.

In Gesù il sentimento generò dedizione, perché nasceva da una persona che già amava. In lui l’amore misurava il sentimento. Non il sentimento era misura e indice dell’amore.

Il mio amore è debole, se attende la conferma del sentimento. Il sentimento è grande se è suscitato dall’amore.
Il sentimento, se tale può essere definito, in Dio che ama, è lo stesso suo Spirito, che fa nascere Gesù, nel seno di Maria. È Gesù che gioisce nello Spirito, quando s’accorge dell’amore del Padre, per i piccoli.

GCM  01.09.10