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Amare Dio B

30.07.12

Si parla molto del precetto (comandamento) di amare Dio. Di più si aggiunge: saremo giudicati (perché inosservanti di una legge) sull’amore.

In realtà saremo giudicati non sull’Amore, ma dall’Amore.

Io ho desiderato vivere in armonia con l’Amore, quindi l’Amore mi troverà pronto. La difficoltà sarà incontrata da chi, nella vita ha rifiutato l’amore di Dio, non si è abituato al rapporto con questo Amore.

Gesù ci richiama il primo comandamento: ama Dio. E’ un freddo comandamento, o è un’enorme opportunità? E’ comandamento che ci obbliga e mantiene le distanze, oppure è un’offerta indicibile? Quando un padre o una madre desiderano mostrare e vivere l’affetto verso un bambino piccolo, cominciano con il prenderlo in braccio, per elevare il visino del piccolo all’altezza del loro viso, per godere lo scambio dei baci.

Il Padre che ci chiede di amarlo, con questa richiesta ci alza vicini a lui, ci pone sullo stesso suo piano.  Chiedere amore è possibile solo trovandosi allo stesso livello. Non è legge, ma uguaglianza, condivisione, intimità. Il “precetto” dell’Amore è prendere il povero uomo e portarlo accanto a sé.

Ho udito più volte dire che non sappiamo se siamo degni di odio o di amore. Nulla di più falso. Infatti siamo degni sempre di amore, perché l’Amore di Dio non patisce interruzioni, e il suo precetto, la sua esigenza di amore, non può staccarsi da lui.

Siamo bambini alzati al livello della faccia e dell’amore di Dio. Eppure, tanto bisognosi di amore, spesso ci teniamo distanti dalla festa dell’Amore di Dio.

GCM 07.06.12