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Il fuoco

Gesù si umilia, scendendo nell’acqua per ricevere un battesimo di penitenza dalle mani del Battista. Egli è un pio ebreo, che si unisce a un popolo penitente.

Nella sua umiliazione sembra che trascini il Padre e lo Spirito Santo.

Il Padre infatti si manifesta come voce che scende dall’alto. Lo Spirito precipita su Gesù (somaticòs), ma in modo tenue, planando come volo d’uccello.

Nel battesimo di Gesù, si raduna in terra, in qualche modo, tutta la Trinità. Nell’atto di umiliazione dell’uomo Gesù, si realizza la soddisfazione del Padre (eudochesa) e l’effusione dello Spirito Santo.

Il battesimo di Giovanni è acqua in remissione dei peccati. E’ riconoscimento della miseria umana. Quasi l’inizio di quel “lo ha fatto peccato”, amico dei peccatori, agnello che solleva il peccato del mondo.

Gesù al mio livello. Al livello del mio peccato e del mio pentimento.

Ma la parabola della misericordia di Dio non s’arresta alla precipitazione: essa, grazie a Gesù, rimbalza. Perché lo Spirito Santo che si posa in lui, si offre a Gesù, che diventa capace di battezzare con lo Spirito Santo e con il fuoco.

Al battesimo di Giovanni sugli uomini corrispondeva il pentimento umano. Ora che nel battezzato Gesù plana lo Spirito, Gesù battezza con il fuoco. E’ un rilancio, un alzarsi come il fuoco, un entusiasmare l’uomo, perché da lui zampilli l’acqua verso la vita eterna.

L’acqua, purificando, scende. Il fuoco esaltando sale. Lo Spirito scende su Gesù e su di noi, soltanto per sospingerci verso l’alto. E’ un battesimo nuovo, corredato di entusiasmo e di speranza, che asciuga l’acqua, lorda di peccato.

GCM 10.01.10