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Lo Spirito e il Vangelo

Quando anche la Scrittura mi pone in angustia, mi sovvengono le parole di Gesù: “Venite a me, voi tutti che siete oppressi!”.

Gesù questo invito lo rivolgeva alla povera gente appesantita dalle dottrine degli scribi, i quali erano interpreti della Sacra Scrittura. Può darsi che il mio interiore interprete della Scrittura, mi presenti la Parola di Dio, in modo tale da appesantirmi. Allora devo ricorrere a Gesù.

Ricorrere sia per avere luce dal confronto del brano che mi angustia con altri brani, sia soprattutto e principalmente nel pormi tra le sue braccia: Lui ha davvero cura di me.

Anche il Vangelo è una delle iniziative di Gesù, per avere cura di me. Se talvolta il Vangelo mi abbatte, forse è un richiamo dell’attenzione amorosa di Gesù per indirizzare il mio cammino. Oppure un indice - nella maggior parte dei casi - che devo approfondire meglio quella frase, sia nel capirne il senso primitivo ricorrendo anche al testo greco, sia nel mettere accostate diverse frasi del Vangelo, sia affidandomi allo Spirito Santo (e alla Chiesa) per essere illuminato.

La lettura semplice del Vangelo è molto utile. Ma anche nel leggere il Vangelo funziona una percezione selettiva, o una selezione percettiva, e una precomprensione, le quali rischiano di nascondere o di falsare il testo che vedo.

La semplice lettura del Vangelo, non può restare scompagnata dall’invocazione allo Spirito Santo. Lo Spirito, che ha ispirato il Vangelo, è il più adatto a farlo comprendere e gustare.

Proprio la dolcezza dello Spirito rende dolce il Vangelo. Avvertire di più la presenza continua dello Spirito, è l’ambiente adatto alla lettura del Vangelo.

GCM 04.09.09