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Spirito vita

Penetrare lo spirito di ciò che facciamo, e lasciarci penetrare dallo spirito di ciò che ci è donato. Il cuore delle cose e delle persone a noi, e il nostro cuore alle persone e alle cose.

Il nostro rapporto con ogni persona e con ogni realtà è sempre un rapporto vivo, che non prescinde mai dalla nostra vita.

Purtroppo perfino quando siamo tuffati nel mistero della Messa, manchiamo dell’accorgerci di essere creature viventi. Nelle letture e nei canti.

Letture: c’è chi non legge, chi pronuncia parole una dopo l’altra, chi legge davvero e chi leggendo comunica.

Canti: c’è chi non canta (la maggioranza), chi esegue note, chi canta e chi cantando comunica.

Solamente chi comunica vive ciò che dice o quello che sta cantando. La Messa è prima di tutto una comunione con Dio e con i presenti.

Accontentarsi della superficie del semplicemente pronunciato o del meramente eseguito, corrisponde alla posizione degli scribi, che conoscono la parola di Dio, ma non ne penetrano lo spirito.

Di Gesù, che sta per guarire un paralitico dalla malattia e purificarlo dal peccato, essi dicono: “Bestemmia!”. Gesù aveva detto: “Ti sono rimessi i peccati!”. Gli scribi, nostri colleghi di ignoranza, ribattono: “Solo Dio può rimettere il peccato!”.

Dicevano una verità sacrosanta. Ma non ne capivano lo spirito. Infatti se solo Dio rimette il peccato, qui c’è uno che rimette il peccato, quindi qui c’è Dio. Non ammettevano che Dio fosse tanto onnipotente anche da incarnarsi. Trattenevano Dio nel confine che loro gli avevano assegnato.

Conoscevano la lettera (che uccide) e rifiutavano di conoscerne lo spirito, che dà vita.

GCM 19.02.06