Non sanno amare

Ci sono delle persone, che non sanno amare, che si trovano spaesate davanti a un atto di affetto. Sono le vittime di un’infanzia non amata.

Quando ti si avvicinano, senti che sprizzano ghiaccioli e creano un’atmosfera gelida. Disposte all’ironia e non alla lode, alla critica negativa e non alla comprensione. Sempre pronte a contraddire e mai ad applaudire.

Per chi legge e assimila il Vangelo, si pone la domanda: come comportarsi con chi, ammantato del proprio egocentrismo (perfino talvolta ammantato di virtù vistose), non sa amare?

Gesù ci ha indicato di amare i nemici. Nemico è chi “non ama”, come vuole l’etimologia. Perciò Gesù ci dice di amare chi non sa amare. E’ arduo. Anzi è addirittura impossibile. Eppure le sue parole sono chiare.

Vediamo che naturalmente siamo proclivi ad essere amati. Dall’essere amati si procede all’amare. Il bambino non sa ancora amare: più piccolo è e meno sa amare. Nel contempo per vivere (e già per nascere) abbisogna di essere amato. Solamente se è+ amato, apprende l’arte di amare.

Noi siamo propensi ad essere amati. Se gli uomini non ci amano, provvede Dio ad amarci tramite il suo spirito. E proprio la presenza di questo Spirito in noi, ci rende capaci di amare anche chi non sa amare.

Gesù ci indica di amare i nemici, non basandosi sulle nostre capacità, ma sulla presenza e sull’opera dello Spirito Santo dentro di noi.

Quando non riusciamo ad amare chi non ci ama, si apre il momento della confidenza in Dio, della preghiera allo Spirito che solleva la nostra debolezza.

GCM 24.02.06